Scuola Leonardo da Vinci Roma
Livello C1N9 seconda parte
Lezione 4 - esercizio 4
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In difesa del latino
Difendere lo studio del latino oggi significa correre il rischio di passare per (SOLDATI/PALADINI/GUERRIERI)
di un passato scolastico lontano e idealizzato dove le lingue classiche, e in generale le materie umanistiche, dominavano. È certo banale sottolineare come la società di oggi abbia altre esigenze, comunichi diversamente, (RICHIEDA/CHIEDA/DOMANDI)
attitudini nuove e i suoi studenti siano, come è naturale, molto differenti da quelli di ieri. Spesso il pregiudizio anti-latino si fonda proprio sul (PRESUNTO/PROBABILE/IMPROBABILE)
conflitto tra la cultura classica e quella di oggi. Apparentemente, la conoscenza della lingua e della civiltà di cui siamo figli non è richiesta nel curriculum di un candidato a un posto aziendale.
È invece importantissimo valutare quanto lo studio del latino regali, al di là del suo indiscutibile valore culturale, delle opportunità tangibili e degli strumenti di crescita di cui usufruire. Solo in questo modo è possibile rendersi conto che la complessità dei (PRODOTTI/PROCESSI/OPERAZIONI)
logici che caratterizza una traduzione e la conoscenza della ricca, articolata e difficile struttura della lingua latina forniscono basi fondamentali per il successo in molte discipline scientifiche. E che la fatica richiesta per capire un testo classico serve come una palestra mentale per addestrare muscoli pronti anche a misurarsi con equazioni o calcoli commerciali. L’analisi sistematica di un brano latino non solo permette di penetrare in un mondo ormai lontano dall’attuale, ma anche di (STIMOLARE/ISTIGARE/RICERCARE)
attitudini al ragionamento, alla critica e alla comprensione che saranno utili anche in altri contesti.
Se alla conoscenza della lingua latina, togliamo quella (VERNICE/GLASSA/PATINA)
un po’ polverosa che la rende un esercizio solo per antiquari o professori, anche chi la attacca avrà qualche (PUNTO/ARGOMENTO/SOGGETTO)
in meno. Non potrà più protestare contro l’anacronismo di una lingua morta perché morta non è affatto: anzi è viva e (VEGETA/VEGETALE/VISPA)
nella lingua che parliamo tutti i giorni, che dal latino deriva e che del latino utilizza ancora un’infinità di locuzioni, espressioni e modi di dire. Non potrà non riconoscere come solo apprendendo la lingua latina si possa sfruttare il valore espressivo di quella italiana, risalendo al significato (ETICO/ETIMOLOGICO/LOGICO)
delle parole e all’evoluzione dei loro significati e come grazie ad essa si possa accedere più facilmente ai più diversi linguaggi settoriali.
È un peccato che qui in Italia il latino venga messo in discussione. Perfino realtà storiche e culturali che non hanno tradizioni come quella italiana hanno compreso la feconda interdisciplinarità del latino. In tutto il mondo si moltiplicano le proposte didattiche per riscoprire la bellezza e il valore di questa lingua, l'unica che ci faccia sentire davvero europei, accomunati dalla stessa (MADRE/CAUSA/MATRICE)
culturale, con radici e identità più durature e profonde di una moneta, di una banca e di un parlamento.
(Adattato da Giuseppe Iannacone, La feconda interdisciplinarietà del latino, in www.treccani/scuola)
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