Scuola Leonardo da Vinci Roma
Livello C1N9 seconda parte
Lezione 5- esercizio 3
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Cinque segreti su Ponte Vecchio
Universalmente identificato come il simbolo della città di Firenze, Ponte Vecchio ha una storia lunga e interessante. Scopriamola attraverso alcuni dettagli che forse non tutti conoscono.
Le arcate ribassate.
Il primo Ponte Vecchio,
legno e pietra, fu realizzato in epoca romana e fu distrutto molte volte,
corso dei secoli, dalle piene del fiume Arno. Dopo quella del 1333 il ponte fu ricostruito, nel 1345, da Taddeo Gaddi che decise di utilizzare uno speciale espediente architettonico per salvare la struttura da ulteriori distruzioni dovute alle acque. Ponte Vecchio fu infatti il primo della storia
cui si usarono degli archi ribassati; questa soluzione innovativa permise di ottenere tre (invece di cinque) campate più ampie che consentivano ai detriti portati dalle piene del fiume di defluire più facilmente. Da allora il ponte è ancora in piedi, danneggiato e riparato più volte ma mai più distrutto.
Dai macellai agli orafi.
Fin dal Trecento il ponte veniva considerato come una sorta di continuazione della strada urbana. Inizialmente vi si installarono botteghe popolari,
cui quelle degli antichi macellai e dei verdurai che potevano scaricare i loro rifiuti direttamente nell’Arno.
La realizzazione, voluta da Cosimo I de’ Medici nel 1565, del Corridoio Vasariano fra la sede del governo della città, Palazzo Vecchio, e la nuova reggia dei Medici a Palazzo Pitti, portò nel corso degli anni
trasferimento dei macellai e delle altre botteghe “povere” sostituite da quelle di orafi, argentieri e gioiellieri, considerate attività ben più consone ai nobili che ormai passeggiavano fra Piazza Signoria e Piazza Pitti.
La torre dei Mannelli
All’estremità sud del ponte, all’angolo con l’attuale via dei Bardi, il Corridoio Vasariano gira stranamente attorno a una torre, quella dei Mannelli, unica sopravvissuta delle quattro torri che si trovavano
angoli del ponte, a sua difesa. La famiglia Mannelli fu infatti l’unica che si oppose al passaggio del Corridoio attraverso la sua proprietà costringendo Vasari a progettare un tratto della struttura completamente a sbalzo su mensole al fine di aggirare la torre. Leggenda vuole che poi la famiglia Mannelli abbia pagato duramente negli anni
seguire questa opposizione ai voleri di Cosimo I de’ Medici.
Le finestre di Mussolini
Se seguite
lo sguardo il Corridoio Vasariano che passa su Ponte Vecchio potrete vedere che la sua facciata è scandita da piccole finestre tonde. In corrispondenza dello slargo centrale del ponte invece si aprono alcune finestre ben più grandi, volute nel 1939 da Mussolini per permettere ad Adolf Hitler, in visita a Firenze, di ammirare il panorama della città verso Ponte Santa Trinità. La leggenda narra che fu il fascino di questa vista a convincere Hitler e gli ufficiali tedeschi a risparmiare Ponte Vecchio
distruzione nel corso della ritirata del 1944. Purtroppo per impedirne comunque l’accesso, i tedeschi minarono e distrussero completamente via Por Santa Maria e Via Guicciardini che furono ricostruite dopo la guerra.
La meridiana
Un’altra particolare testimonianza del ponte trecentesco è rappresentata dalla meridiana a forma di mezzaluna che si vede in alto sull’angolo della bottega che delimita la terrazza ovest, quella dove attualmente si trova il busto di Benvenuto Cellini, qui collocato nel 1901. Questo ornamento, come recita un iscrizione
basamento dell’orologio solare, fu sistemato qui in occasione della ricostruzione del ponte nel 1345. Due copie esatte di questo orologio solare si trovano in Borgo Pinti, nel palazzo Ximenes-Panciatichi e nel giardino di Villa I Tatti a Vincigliata.
(Adattato da www.teladoiofirenze.it)
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